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Aida Cooper, Lillo Rogati & The Nite Life  (a cura di Amedeo Zittano)

   Aida e Lillo sono due personaggi chiave del primo movimento blues italiano e hanno in comune, oltre al fatto di suonare insieme da più di 20 anni, un profondo legame umano e musicale con il compianto Cooper Terry, musicista nero texano vissuto a Milano dal ’72 al ’92 che ha contribuito fortemente alla diffusione del Blues in Italia. Si può certamente affermare che la conoscenza con Cooper ha influenzato tutta la loro vita e ancora oggi, a più di dieci anni dalla scomparsa, il suo ricordo è vivo nei loro cuori. Aida è stata sua moglie e Lillo il “fratello” (la famiglia Rogati praticamente “adottò” Cooper che affettuosamente chiamava “mamacita” la madre di Lillo).
Il progetto The Nite Life si sviluppa all’inizio nel 1985 a Milano, ma vede nascere le proprie radici tredici anni prima, sulle orme dei vari laboratori blues ideati da Cooper Terry, raggiungendo una prima stabilità nel 1975 con una formazione di nome “BLUE PHANTOM BAND” la quale, grazie ad una intensa attività live, si fa conoscere in Italia e all’estero. La formazione era così composta: Cooper Terry (chitarra, voce e armonica), Lillo Rogati (basso), Graziano Tedeschi (batteria), Marco Fantoni (chitarra), Sergio Fabretto (pianoforte elettrico) e da sassofonisti turnisti come Larry Nocella, Michele Bozza, Pietro Tonolo e Sal Nistico. Nel 1980 la piacentina Aida Castagnoli, amica di vecchia data di Lillo, si unisce al gruppo che ha preso il nome di “Cooper Terry & Blue Phantom Band”. Aida e Terry si innamorarono quasi subito e quello che nasce come laboratorio blues assume aspetti sempre più famigliari. Nel 1982 incidono il loro primo LP “Aida and Cooper Terry Revue, FEELING GOOD” (I.R.D. Appalusa AP032). Nello stesso anno Aida e Cooper si separano rimanendo tuttavia in ottimi rapporti sia di amicizia che di lavoro. Comincia così per Aida, già conosciuta professionalmente come vocalista al fianco di celebrità come Mia Martini, Loredana Bertè, Zucchero, Ramazzotti, De Gregori, Venditti, Bennato e molti altri, un percorso alla ricerca di una propria identità musicale che, sommata alla passione incondizionata per il blues, fa si che ben presto venga definita dalla critica “The Queen of the Blues”. Nel 1983 accade l’incredibile: Cooper viene condannato a cinque anni di carcere, di cui gli ultimi due agli arresti domiciliari (argomento che approfondiremo in uno speciale a lui dedicato); la Blue Phantom Band si scioglie annullando un gran numero di serate in programma. Per tre lunghi anni ognuno intraprende proprie esperienze musicali, in particolare Lillo si iscrive alla Scuola Civica Musicale di Milano per il corso di contrabbasso; collabora con la Fabio Treves Blues Band per circa due anni, suonando nel CD “Treves 3”; partecipa a varie manifestazioni radiofoniche e televisive, tra cui “Quelli della notte” di Renzo Arbore (su Rai 2) e suona con un gran numero di musicisti tra cui Andy J. Forest, Arthur Miles, Maurizio Bestetti ed altri. Così Lillo ricorda quel particolare periodo: «Nel frattempo però Cooper non viene mai dimenticato, si va a trovarlo, gli si scrive, ma soprattutto si organizza uno spettacolo in prigione a Brescia, in cui la Blue Phantom Band insieme a Treves ed anche a Mia Martini suonano davanti ai detenuti con grande successo.». Anche Aida non rimane ferma, continua ad impegnarsi nella sua carriera di cantante solista con varie formazioni e numerosi cantanti di musica leggera. In una intervista di F. Marcheselli della Gazzetta di Parma, alla domanda: “perché hai scelto il blues?” Aida dichiara: «Prima di arrivare al blues ho fatto la vocalist per tutti i cantanti italiani. Il Blues l'ho sempre amato, sin dalle “comparsate” negli spettacoli di mio marito, ma l'ho scelto dopo aver tentato, a fine anni '80, la carriera da solista con la Ricordi ed essere andata in crisi per i giochi sporchi dei concorsi come Sanremo».
Nell’85 Lillo insieme a Davide Ravioli (batteria), Marco Limido (chitarra) e Manfredi Trugenberger (tastiere), costituisce la “Nite Live” che in seguito, su suggerimento di Cooper, diventa “The Nite Life”. Nel 1987 il quadro si completa con il ritorno di Aida. Tutto ruota intorno al fatto che Cooper è agli arresti domiciliari e quindi è finalmente possibile consultarsi con lui. Nel 1989, scontata la pena, Cooper Terry riprende a lavorare insieme ai Nite Life. Nasce così un nuovo e definitivo gruppo che collabora con artisti come Marco Verrando (chitarra), Angela Baggi (canto) e tanti altri musicisti, tra fiati e coriste. Nell’89 partecipano al San Remo Blues Festival che rappresenta una data importante per la band. L’impatto con l’ambiente bluesistico italiano è notevole, Cooper è ormai una icona del blues più genuino come la scuola di Sonny Terry e John Lee Hoocher da cui Cooper ha imparato. E’ del 1991 il primo CD “Stormy Desert” (SAAR Blues & Rock Connection C.D. 17501), lavoro interamente composto da Cooper e Lillo che, nel frattempo, diventa produttore responsabile delle serie Blues della SAAR Records con una sua collana chiamata “ Blues & Rock Connection”. Inizia così un’attività parallela, produce un impressionante numero di CD di artisti italiani e non tra cui Nick Becattini, Enzo “Vince” Vallicelli, Maurizio “Best” Bestetti, Johnny Mars, Michael Coleman, Bruce Thompson …
Il ’92 è l’anno dell’apoteosi dove tutti i progetti ideali sembrano finalmente realizzati soprattutto con il lavoro “Tribute to the Blues - Long time gone” (SAAR Blues Encore C.D. 52030), riconosciuto dalla critica come un capolavoro e forse uno dei pochi CD blues acustici interamente prodotti in Italia (Cooper: voce, Dobro, chitarre acustiche sei e dodici corde; Lillo Rogati: contrabbasso; Marco Limido: chitarra semiacustica; Stefano Re: batteria). Ma è anche l’anno della fine di un sogno durato una vita. La notte prima dell’estivo festival Blues di Salerno, Cooper è prelevato dai Carabinieri dall’albergo e portato in caserma. Immaginate l’incredulità degli altri componenti del gruppo quando videro tornare Cooper il mattino seguente scortato in albergo a prendere la sua roba per recarsi all’aeroporto di Napoli… il motivo? la nuova legge Martelli che prevede l’espulsione dal nostro paese degli extracomunitari condannati per reati legati alla droga (anche quelli che hanno già pagato il loro debito con la giustizia). Lillo ricorda: «le sue ultime e uniche parole furono: “mi mandano via”. La disperazione in tutto il gruppo era indefinibile e quella sera il concerto (tra parentesi, prima di B.B. King) la Nite Life lo fece grazie ed insieme a Andy J. Forest salvando la serata e rispettando la sua assenza con una grande performance». Cooper non tornerà più in Italia, la sua vita si conclude il 17 dicembre del 1993. Lo shock è tale che inizialmente si pensa di sciogliere la Nite Life ma ben presto si capisce che, se si fosse fatto, sarebbero andati persi tutti gli insegnamenti di Cooper. Aida lascia definitivamente la musica leggera e si dedica definitivamente al Blues con la band “Aida Cooper & The Nite Life”. Nel ’98 Lillo, per motivi di salute è costretto a smettere di suonare, riprenderà nel 2000. Dopo questa pausa nasce una nuova formazione composta, oltre che da Lillo, Aida e Paolo Manzolini, da Heggy Vezzano (chitarra), Pablo Leoni (batteria), Daniele Moretto (tromba) e Roberto Perego (Sax tenore).
In buona sostanza la Nite Life non è altro che l’evoluzione musicale di un grande incontro tra la classica scuola blues americana portata da Cooper e i primi giovani pionieri dello Spaghetti Blues fatto da ragazzi eredi di un patrimonio unico. Questo, oltre che essere un dato di fatto, è l’elemento di consapevolezza storico-culturale con cui la Nite Life continua a proporre i propri blues in una società sempre più commerciale e priva di quei sentimenti che vanno al di la del colore, delle distanze e delle difficoltà che solo la musica può annullare.

Interviste

Aida Cooper

S&B: “È il Blues a scegliere il musicista e non viceversa”, a fronte di quest’idea popolare, quando e come il Blues ti ha scelto?

Aida: da sempre! ah! ah!... io sono nata frequentando le chiese come le migliori tradizioni delle cantanti di colore e comunque il Blues mi è sempre piaciuto soprattutto da quando ho incontrato Terry con cui mi sono seriamente cimentata nella musica del diavolo. Il blues deriva dal cuore, non puoi sceglierlo, in effetti è come se fosse lui a scegliere te...

S&B: dagli anni ’70 ad oggi, negli ambienti legati al blues sia per i musicisti che per il pubblico, in Italia cosa è cambiato?

Aida: Si è evoluto certamente da entrambe le parti. Tuttavia oggi in TV (che ha ormai assunto funzioni educative di massa) si vedono programmi scandalosi dove tutti vogliono fare i cantanti o comunque “spettacolo”. Il pubblico ormai non ci capisce più niente e diventa così difficile che i giovani comprendano i veri valori del Blues e della musica in genere.

S&B: Se dovessi vivere tre mesi su Marte, oltre alla classica stecca di sigarette, hai la possibilità di scegliere tre CD: quali?

Aida: mmhh... fammi pensare... questa è una domanda da mille e un euro! Io me li porterei tutti!!! Janis Joplin, Etta James e Stevie Wonder…

S&B: (definizione personale) cosa è per te il Blues?

Aida: il Blues per me è la vita, mi rispecchia tantissimo perché sono una che vive alla giornata, dice le parolacce, sta male. Ho dei down bassissimi e degli up altissimi e sono sempre in lotta. Penso che prima o poi mi arresteranno perché sono molto seccata della situazione politica attuale e sono un po’ stufa di tutto... se potessi andrei veramente su Marte…

S&B: Auguriamoci che non ci sia veramente bisogno di andare su Marte e che anche la musica possa servire a migliorare le cose. Vuoi mandare un saluto a tutti gli spaghettari?

Aida: A tutti gli amici di S&B, mangiate spaghetti e rompete la faccia a chi volete voi, CIAO!

Lillo Rogati

S&B: “È il Blues a scegliere il musicista e non viceversa”, a fronte di quest’idea popolare, quando e come il Blues ti ha scelto?

Lillo: E’ il Blues che mi ha scelto (come per tutti quelli che hanno intrapreso questa strada) infatti già da ragazzino ascoltavo Mayall e Clapton, ma il vero incontro con il blues fu nel ’71 quando in Italia arrivò Cooper Terry, fu lui a “scegliermi”.

S&B: cosa ricordi di quell’incontro?

Lillo: lo incontrai per la prima volta in un club ritrovo di musicisti amici, premetto che prima di allora non suonavo il basso ma la chitarra e la batteria, però lui aveva già un chitarrista e un batterista, allora mi convinse a cimentarmi con il basso Da allora non ho fatto altro.

S&B: avendolo frequentato per più di venti anni, quale è secondo te il messaggio che Terry ha voluto lasciarci?

Lillo: lui ha sempre detto una cosa che secondo me è vera, il Blues non è solo disperazione e tristezza, il blues è anche e soprattutto divertimento, il Blues viene fuori dall’anima e chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona sa cosa intendo. La cosa più importante è il cuore, non basta suonare per il pubblico ma con il pubblico, è una comunicazione, una simbiosi... i gruppi che non hanno capito questo, non hanno capito un cazzo!

S&B: Se dovessi vivere tre mesi su Marte, oltre alla classica stecca di sigarette, hai la possibilità di scegliere tre CD: quali?

Lillo: un disco che consiglio di ascoltare a tutti coloro che intendono il blues come lo intendo io, e cioè molto swingato, è “Jazz Blues Fusion” di John Mayall poi Willy Dixon e Larry Tayolor... ma anche Muddy Weaters, John Lee Hocher, BB King...

S&B: dagli anni ’70 ad oggi cosa è cambiato in Italia negli ambienti legati al Blues per i musicisti e per il pubblico?

Lillo: è senza dubbio peggiorata anche se oggi ci sono più musicisti. Mi ricordo che fino agli anni ottanta c’erano molti più giovani tra il pubblico, oggi invece sembrano essere gli stessi, solo più vecchi e numericamente inferiori. Ma la colpa non è dei giovani di oggi, è quello che gli propinano. Se ascolti la radio o la TV mandano in onda sempre le solite pirlate, musica che non vuol dire niente... è il sistema che è sbagliato... non c’è una radio specializzata solo nel blues. Per esempio,. io ho un figlio di 22 anni e suona Hard Core... se ci penso mi sento di impazzire (il tono è incazzato, ndr): ma come cacchio ci è arrivato con il padre che fa Blues??? E’ una generazione difficile… Ho fatto per tanti anni il produttore e non riesco a produrre più un CD di Blues... io spero che le cose cambino però, sai, ho i miei dubbi anche se credo che oggi i festival siano un ottimo veicolo per far conoscere il Blues ai ragazzi.

S&B: cosa è per te il Blues?

Lillo: il Blues per me è il “walking”, come mi diceva Terry: “cammina!” non come camminiamo noi o come camminano a Milano (io sono di Milano), cioè come dei pirla, ma come fanno i neri, senza zoppicare, senza trascinarsi ma lasciandosi andare alla vita. Il Blues è una musica “corporale”, non puoi non innamorarti e non puoi neanche stare fermo quindi… walking!!!

S&B: Ciao Lillo e un caloroso saluto anche da tutti gli spaghettari con un pizzico di ottimismo.

Lillo: sono molto contento che sia nato lo Spaghetti & Blues perché noi musicisti siamo molto individualisti, c’è poca cooperazione a differenza degli americani, quindi è importante che si crei una situazione del genere dove venga valutato anche l’aspetto culturale del blues che è fondamentale. Grazie S&B, alla prossima!

 

FOTOGRAFIA di una fotografia & chiacchierata con LILLO ROGATI   (Il Fiesta)

Non riesco a dormire. Mi faccio due spaghetti agli olio e peperoncino, tanto per assorbire una gioia. Sono le tre. Dormono tutti tranne che il sottoscritto e la sua sigaretta. E dovrò pur smettere. Ma ora devo scrivere. Sono andato a sentire la Nite Life, con Mr. Lillo Rogati, Aida Copper ed un pugno di ottimi musicisti. Ora sono a casa Il pc mi si è acceso quasi da solo. Voi, cari lettori di Spaghetti & Blues, credete ai sogni? Io ve ne sto per regalare uno. Mettetevi comodi, io comincio.
Tanti anni fa ho sentito per la prima volta Lillo Rogati con la Nite Life. Lui suonava su un qualche palco. Forse al Bloom, non ci giurerei. Giurerei su chi gli stava accanto. Un signore, nero. Molto nero e abbastanza alto che parlava un italiano zoppicante e ogni tanto pure il milanese. Quel signore si chiamava Cooper Terry, veniva da S. Antonio, California. Cooper, quel signore che portò il germe dei Blues nella nostra Bellissima Italia. Poi Lillo l’ho conosciuto per davvero anni dopo, per telefono. Di lui mi è piaciuto subito perché parla come suona. Sincero. Poi ci sono state quelle casualità lì che è inutile spiegare, raccontare. Questa sera Lillo e Nite Life hanno combinato un concerto strepitoso.
Lillo Rogati è una grande Anima della musica nera. Amico… perdonatemi… fratello di Cooper Terry. Noi, oggi, dobbiamo ringraziare questi signori che, primi fra i primi, hanno lavorato per portare i Blues nel nostro Bel Paese.
Lillo Rogati prima di conoscere Cooper già suonava la batteria e la chitarra ma cosa poteva spingerlo ad imparare a suonare il basso pur di stare di fianco a Cooper? L’unica cosa probabile e possibile: l’Anima. Lillo (…e si parla dei primi anni 70) aveva intuito che Cooper non era Apparenza. L’Apparenza… e già! Perché Apparenza ed Essenza sono sfumature che oggi sfuggono sempre di più. Oggi tutto è business. Business dell’Apparenza. Allora invece contavano altre cose. In tanti hanno qualcosa da dire sulla Storia del Blues qua da Noi. Quante cose potrei scrivervi del Mr. Rogati che mi sta davanti . Mi fa pensare a Robert De Niro. Ci brucia per la musica del diavolo, ci brucia che se non ci stai attento ti scotti. Cinquanta, cinquantuno anni, più o meno, e complimenti. Mezzo secolo di rughe in faccia ed oggi pure la sua sana “panzetta”. Ma che Anima.. un vero romantico. Uno dei pochi ‘’sturm und drang‘’ rimasti dalle nostre parti. Ho conosciuto diverse Apparenze e poche vere Anime. Il mio fegato, oggi, mi ringrazia. Una cosa che mi ha colpito di lui e che mi fa scrivere questi “vaneggiamenti notturni” è stata la frase: ‘’... quando sento la canzone che mi tocca davvero, mi commuovo… mi viene da piangere‘’. Capita anche a me. Gli ho letto in faccia una dolce tenerezza e mi conferma che alcune cose belle, nel mondo della Musica, succedono per davvero. Sspesso ho incontrato musicisti che mi dicevano di aver suonato con quello o con quell’altro, da quella o da quell’altra parte, e quelle cose lì. Lillo ha suonato con tantissima gente in tantissimi luoghi ma quello che ci tiene a dirmi è che è autore di un centinaio di brani. Ed è vero! Questo conferma un atteggiamento molto personale di questo Signore Dei Blues. I bluesmen raccontavano storie, come Robert Johnson, come BB King… (e De André?) Non era un bluesman ma lo spirito si. Il Blues è questo . Tecnicismi a parte, il Blues è la storia che sta dentro le dodici battute. Scrivere delle storie, questo è importante. Lillo con Cooper ne ha scritte parecchie. Identità!.Ti ringrazio Lillo per non essere stato uno qualsiasi. Non ti inviteranno mai all’isola dei famosi. Chisenefrega? Che peccato, però, che il Bel Paese abbia chiavi di lettura così superficiali. Questa sera Aida Cooper è stata la solita pantera, splendida. Tutti i musicisti della Nite Life sono stati veramente superlativi. Alcuni di loro saranno sicuramente altre pagine di questo viaggio. Sono stati veramente degli stendardi di aria fresca nei polmoni. La Band questa sera ha suonato forte. Basso, batteria, sezione fiati (tromba & sax), Aida alla voce e due chitarristi. Tutti bravissimi però mi va di citare un nome: Heggy Vezzano, chitarrista di grande gusto. Uno di quelli che non si fanno notare per forza ed a tutti i costi. Uno di quelli che non ti accorgi che c’é se non hai la curiosità di chiudere gli occhi. Ne sentirete parlare. Il cappello alla ‘’primo Stevie Ray Vaughan‘’ nasconde uno stile molto personale. La sua semiacustica Guild ha sputato qualcosa di veramente personale… ma, poi…. poi tutti, tutti, bravi davvero.
La serata parte forte. Rithm’n’Blues e citazioni nere. Rivisitazioni di Robert Johnson e, ovviamente, di Cooper. Una miscela che sa fare apprezzare le dissonanze pentatoniche anche a chi non ha il timpano necessariamente “maledetto”. Un concerto che piace a tutta la sala anche grazie al mestiere di Aida, che é veramente un animale da palco e che é, soprattutto, ‘’vera’’. E poi Lillo. Lui é chiaramente il play maker. La macchina va avanti grazie ai suoi polmoni. La Geometria. Quello che fa quadrare il cerchio di solisti potenzialmente autonomi. Ma tutto ha un senso se il quadro é equilibrato. L’equilibrio fra la geometria ed il coraggio di andare fuori le righe (ed in questo Aida non impara da nessuno… adoro quella donna!). Come un quadro di Van Gogh. Disegno e colore. Lillo ama la pittura, se n’é parlato prima del concerto. Perché la mia visita all’Albatros é stata prima di tutto una bellissima chiacchierata e poi una doccia di Negroni… appunto. E’ tutto un frullato di sensazioni e frasi sparse. Mi viene in mente che sorridendo… mi dice che suo figlio fa una musica diversa. Non è importante. Potrebbe essere una scelta geniale. La vita va lasciata scorrere, va dove vuole andare lei. Lillo ha scelto a pelle il compagno di una vita. Lui e Cooper sono diventati la coppia più prolifica del Blues di casa nostra. Un qualcosa che fa pensare ad un duo Battisti-Mogol dei Blues. Non saprei… non credo alle ripetizioni però, grosso modo, gli anni erano quelli lì. Forse che in quegli anni c’era un germe (...ah, Manuel) che colpiva le coppie artistiche. Le coincidenze sono indicative di un sentire comune. Non saprei, io ero occupato in altre faccende… però il dubbio mi viene. Un’altra frase che mi ha tatuato la fantasia questa sera: ‘’… a volte, Cooper, mi manchi da morire… perché mi hai lasciato solo?‘’. Con questa frase di Lillo io vi lascio, cari spaghettari notturni. Questa frase, questa notte, non mi fa dormire. Ho qualcosa dentro. E’ come un dolore ed un sorriso nello stesso tempo.

 

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