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Augusta Blues Fest II edizione  a cura di Michele Lotta

Con l'Augusta Blues Fest si è chiusa la stagione dei festival del 2014; la manifestazione siciliana ha avuto luogo nei giorni sabato 27 e domenica 28 dicembre. Anche in questa seconda edizione Spaghetti & Blues ha collaborato con l'associazione Augusta Blues per la parte artistica: una partnership che è nata e continua grazie ad una reale sinergia d'intenti.
A far da protagonista nelle due sere è stato il freddo che solo quarant'otto ore dopo avrebbe innevato l'intera penisola. Un clima difficilmente presente a questa latitudine ma che quest'anno ha deciso di spingersi sin qui. Ha anche piovicchiato fino al sound ceck in entrambi i giorni, facendo tremare gli organizzatori. Per fortuna sulle prime note del Blues il cielo si è aperto ed il freddo ha cominciato a scemare grazie al grande feeling che hanno sprigionato i musicisti dal palco... e la festa ha avuto inizio.
Il cartellone ha proposto un gruppo di band bene assortite (la prima giornata con il Blues elettrico e la seconda con temi più antichi ed acustici) che hanno aperto un ampio squarcio sul mondo della musica del diavolo. La sera del 27 si sono esibiti la Terminal VV Blues Band, Luca Giordano ed i Blue Stuff; il 28 è stata la volta di Paola Ronci & The Hay Bale Stompers, Martino Palmisano e Complanare blues band e dalla BluesFest Band. Hanno presentato il toscano Gaetano Gennai e la brava Michela Italia.
Il compito di aprire il festival è stato affidato alla band romana dei Terminal VV Blues Band, formazione di recente costituzione che ha iniziato a scaldare il pubblico che riempiva Piazza del Duomo con un blues elettrico dal carattere personale e di buona fattura. La temperatura si è ulteriormente alzata quando è apparso il chitarrista Luca Giordano. Accompagnato dai Terminal, il chitarrista abruzzese ha incantato per le sue qualità di frontman oltre che per maestria strumentale. Gli anni trascorsi negli USA si fanno notare e l'esperienza accumulata al fianco di Eric "Guitar" Davis (che ha mensionato dedicandogli un brano di sua composizione, "You Goin' Down") fanno di lui un chitarrista decisamente "americano". Apprezzata la passeggiata tra la folla: molto coinvolgente.
E' stato quindi il turno dei Blue Stuff che sono tornati ad Augusta a furor di popolo dopo aver tenuto a battesimo il festival nella prima edizione. Mi pare superfluo decantare le lodi di Mario Insenga, tanto è conosciuto ed apprezzato. Ad Augusta non si è di certo risparmiato offrendo il meglio di se stesso. La sua visione del Blues, che si concretizza in una proposta tra il satirico ed il fatalista (di chiara matrice partenopea), ridà a questa musica la sua naturale inclinazione. Non utilizza soltanto la lingua dei neroamericani alla quale preferisce più spesso il napoletano che gli è proprio nell'affrontare tematiche politiche e sociali d'attualità che ne fanno un artista più unico che raro. Nell'occasione ha proposto il classico quartetto con il "solito" Lino Muoio sugli scudi alla chitarra ed al mandolino.
Finale di serata con l'immancabile jam session tra tutti i partecipanti con un medley dedicato a Jimmy Reed concluso sulle note di "Hoochie Coochie Man", tra gli applausi entusiati del pubblico. La notte è andata avanti presso il vicino club Officine 19 dove si sono ritrovati alcuni tra i musicisti del festival dando vita ad una serie di jam.
La seconda serata è stata aperta da Paola Ronci con il suo blues recuperato dal passato e riportato a nuova vita. Così, blues woman come Memphis Minnie, Bessie Smith, Billie Holiday, sono state reinterpretate da Paola con un gusto enorme e grande cura negli arrangiamenti. La sua voce è così musicale che riesce a cantare con assoluta naturalezza, senza forzature, in perfetto stile vintage. Le fanno ottimamente da spalla gli Hay Bale Stompers, ovvero Antonio Marianella alla batteria, Pietro Martinelli al contrabbasso e Stefano Ronchi (colonna portante del sound) alla chitarra resofonica.
Il freddo intenso non ha risparmiato neppure la seconda serata ed il pubblico è calato di numero, molti sono rimasti a casa per vedere il festival in streaming visto che gli è stata offerta questa possibilità. Ma, anche in questa occasione, il Blues ha assolto efficacemente alla sua funzione di scaldacuori. A Paola Ronci è succeduto sul palco di Augusta il bluesman pugliese di lungo corso Martino Palmisano che ha provveduto ad alimentare il fuoco con la sua esuberanza scenica. Al Blues Fest Martino, per festeggiare i vent'anni della band, si è presentato con una Complanare super composta dal superbo "Rough Max" Pieri (leader dei casertani Warm Gun) che suona il basso tenendo simultaneamente il ritmo con cassa e charlie (una cosa da one man band!), Sebastiano Lillo al dobro che a fine gennaio rappresenterà l'Italia con la sua partner Angela Esmeralda allo International Blues Challange a Memphis, ed il fido Corrado Lucherini alla chitarra acustica. Gran parte del repertorio è stato tratto dal recente CD "The Last Train For The Clown" nel quale hanno trovato spazio anche motivi in vernacolo pugliese che, come il napoletano al quale somiglia, ben si presta alla metrica del Blues. Il finale è stato di quelli col botto. Palmisano, da quell'affabulatore che è, nell'introdurre un brano di Leadbelly, Black Betty, un canto in origine a cappella modificato con l'aggiunta della ritmica, ha invitato chi avesse voluto a salire sul palco. E così mentre Max Pieri distribuiva percussioni di vario tipo, il gruppo è stato praticamente circondato da ragazzi che ballavano forsennatamente. L'immagine che resterà negli occhi di chi c'era sarà certamente quella dei giovani di colore che ballavano la musica dei loro antenati con i quali condividono (nonostante siano passati oltre cent'anni...) miseria ed emarginazione. Ed al tema dell'integrazione in particolare è stato dedicata questa edizione del festival che ha inserito nel corso del pomeriggio di domenica 28 uno spazio dedicato al Laboratorio dei Piccoli che attraverso racconti di bambini ha sensibilizzato il popolo del Blues verso un problema molto sentito in quest'angolo di mondo dove la disperazione e la morte si guardano in faccia quotidianamente. 
In conclusione si è esibita la neonata BluesFest Band che si è ben distinta al cospetto di nomi più conosciuti nell'ambiente.
Ha così chiuso i battenti questa seconda edizione di Augusta Blues Fest che può considerarsi molto ben riuscita. L'associazione Augusta Blues ha manifestato una professionalità notevole nonostante i soli due anni di attività raccogliendo il plauso di tutti i musicisti e degli appassionati presenti. L'appuntamento è destinato a diventare fisso... e già si pensa all'anno prossimo.

foto di Sebastiano Trigillo e Michele Lotta



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