Paolo Bonfanti (a cura di Fabio "Kid" Bommarito) Imprevedibili
strade del Blues... come quella
sera del 6 settembre 2002 in cui io, Angelo (l’allora cantante della
mia band MED BLUES BAND), Lucia (la moglie) ed Emanuela
(l’allora mia fidanzata e adesso mia splendida compagna per la vita)
andammo a sentire il live acustico di due nostri miti: Fabio Treves e
Paolo Bonfanti, alla chisa di S. Niccolò di Capodimonte a Ruta di
Camogli (GE)... galeotto fu il concerto perchè decisi che il mio
matrimonio si sarebbe dovuto celebrare in un posto del genere: impervio
ad arrivare ma con un panorama splendido ed una chiesa stupenda e
soprattutto semplice.
Come
Marzullo, anche Spaghetti & Blues ha la sua
domanda di rito: SB: “... è il
Blues a scegliere il musicista
e non viceversa”. A fronte di questa credenza popolare, quando e come
il Blues ti ha scelto? SB: La tua prima esperienza... Blues PB:
una band di matti
chiamata Hot Road Blues Band. Negli ultimi anni abbiamo fatto 2 o 3
rimpatriate: non ci tenevamo più le mascelle dal ridere! SB: BIG FAT MAMA:
amore, odio o... che cosa? ci parleresti dell’avventura con loro PB:
Beh, odio no,
semplicemente ho capito che dopo 5 anni era una strada che non portava
a niente.Comunque è una band che non aveva paragoni ai tempi, forse
l'unica band di southern rock italiana (sto parlando di brani
originali, non di una "tribute band" degli Skynyrd!)... duelli continui
con il grande Maurizio Renda alla chitarra e una sezione ritmica
precisa e massiccia. SB: I tuoi lavori: a
quale sei più affezionato e perché? PB:
Sicuramente
"Cardinal Points" perchè ho registrato con la band di Joe Ely in Texas:
sto ancora prendendomi a schiaffi ora per vedere se è sogno o realtà...
e perchè ci sono delle belle canzoni; e poi On the Outside,.un cd
"tosto" con dentro brani come Sometimes che sono diventati i miei
piccoli e modestissimi hits. SB: Cosa ne pensi
del panorama “live” nei locali italiani? Quanto conta essere un Big? PB:
Alla fine della
fiera suono sempre negli stessi locali (saranno al massimo una decina,
tra cui Big Mama a Roma, Spazio Musica a Pavia, Folk Club a Torino, Le
Baladin a Piozzo (CN)), perchè sono quelli che pagano decentemente e
dove mi trovo molto bene come atmosfera. Essere un big? ma che
big? ancora adesso ho difficoltà a farmi accettare da certi circuiti
anche per la difficoltà di catalogare la mia musica sotto un'etichetta
precisa! SB: Un consiglio per tutti coloro che vorrebbero promuovere e organizzare il Blues in Italia? PB: armarsi di pazienza e cercare
di tenere alto il livello. Ai miei tempi, prima di uscire dal vivo,
bisognava essere certi di essere... all'altezza! PB: Un grande musicista (quando
suoni con lui devi stare attento a non rimanere bloccato a bocca
aperta!) ed una persona di una grandezza forse maggiore... è tutto
detto! SB: Un
compagno di avventure: Fabio Treves PB: Fabio è quello che con Ciotti
ed il povero Guido Toffoletti ha fatto partire (e continua a mantenere
in piedi) tutta la baracca. E' molto bello ed è un onore essere suo
amico e collaboratore! SB:
Prossimo
progetto? PB: è appena uscito un mini-cd con
testi in italiano e dialetto genovese. E' distribuito dalla Sony.
Chissà come andrà a finire: sono molto curioso! SB: Un saluto ai
navigatori “spaghettari”... PB: ...che culo noi italiani... abbiamo il Blues e pure gli Spaghetti!! keep on rockin' e... alla prossima!
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