Intervista a Carvin Jones
(a cura di Angelo Agrippa e Michele Califano - Napoli, settembre
2007)
Carvin Jones, 40enne, ha cominciato a soli undici anni ad ascoltare B.B.King dai dischi del nonno e racconta: “mi ricordo come fosse oggi il giorno in cui mia nonna mi prese per mano e mi portò al negozio di strumenti musicali al centro di Lufkin per comperarmi la chitarra”. Molti artisti hanno speso parole di elogio per Carvin. Albert Collins: “Carvin Jones è una delle giovani stelle più luminose della scena blues”; Buddy Miles: “Dopo Hendrix uno dei più grandi...”; Eric Clapton: “...è lui l’astro nascente tra i chitarristi blues”. A dare maggiore credito agli elogi di tali ‘padrini’ ha poi contribuito l’inserimento di Carvin Jones nella classifica dei 50 migliori chitarristi di tutti i tempi stilata dal mensile americano “Guitarist” (la Bibbia dello strumento) nel 2001. Da 5 anni Carvin Jones ha iniziato a girare l’Europa; Irlanda Inghilterra, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Rep. Ceca, Slovacchia, Portogallo, ecc... Ha all’attivo 6 cd, l’ultimo dei quali, pubblicato nei mesi scorsi dal titolo “I’m What You Need”, e 2 DVD live. L’Italia lo ha “scoperto” nel 2001 quando partecipò al festival di Pistoia Blues offrendo una straordinaria dimostrazione di potenza chitarristica, sulla scia di Hendrix e Vaughan, per un rock-blues di grande effetto. La Carvin Jones Blues Band in Italia normalmente si esibisce con Michele Califano al basso e Gianpaolo Feola alla batteria SB: Da dove vieni? CJ: Luftkin, Texas dove sono nato e cresciuto - ora vivo a Phoenix Arizona. SB: Perchè la chitarra e non il sax o un altro strumento? CJ: Ero attratto dal suono dei grandi chitarristi Blues e presto mi accorsi di avere un talento naturale per suonare la chitarra. SB: C’è stato un momento in cui hai sentito di essere ad una svolta? Insomma, quando hai capito che potevi andare verso i circuiti internazionale ed europeo? CJ: Ho sempre creduto di poter fare grandi cose se avessi lavorato duro. SB: Ma quant'è difficile riuscire ad emergere? CJ: se una persona è paziente, ostinata e fa scelte importanti, essa può emergere nel circuito musicale. bisogna sapere esattamente cosa si vuole e provare a raggiungere l'obiettivo SB: Nel sound e nell'arrangiamento dei tuoi brani che peso ha la band, la personalità dei musicisti che scegli? CJ: Ho bisogno di lavorare con persone che mi piacciono e di cui posso fidarmi, per ottenere il miglior suono e groove possibile. SB Cosa ti hanno dato Vaughan e Hendrix, quale forza sono riusciti ad infonderti? Perché proprio loro e non i più classici tipo Albert King o altri ? CJ: Stevie Ray Vaughan e Jimi Hendrix sono stati grandi innovatori. Erano unici e hanno portato cose nuove sulla scena musicale, li ammiro... Amo molti bluesmen, inclusi A.King, B.B. King e Buddy Miles... Jimi e Stevie sono solo una piccola parte delle mie influenze musicali. SB: I tuoi idoli, è evidente, sono comunque Hendrix e Stevie Ray Vaughan. Parlaci delle emozioni che si provano a suonare le loro canzoni. E chi è per te Jimi Hendrix? CJ: Sono molto orgoglioso quando suono i loro brani, e a volte triste perchè non hanno avuto una vita abbastanza lunga per dare ancora di più al mondo musicale. Jimi è stato un grande innovatore, un vero talento!! SB: Ci sono stati momenti difficili nella tua carriera di musicista? CJ: Si, certo... quando ho cominciato a suonare a nessuno importava chi io fossi. Però, non ho mai smesso di esercitarmi e di lavorare costantemente. SB: Carvin , ti ricordi un’esperienza assolutamente straordinaria che ti è capitata nella tua carriera? CJ: Ho avuto molte esperienze bellissime... La prima volta che ho suonato in Europa è stato meraviglioso! Così anche la prima volta che ho suonato con B.B. King. SB: Il pubblico dei tuoi concerti in Italia è, in media, piuttosto giovane, nonostante tu suoni un genere così tradizionale. In America com'è il tuo pubblico? CJ: In America il pubblico è un po' più adulto, ma tutti sono eccezionali... Amano la musica e mi danno un importante supporto. SB: Non posso esimermi dal chiederti qualcosa sul tuo rapporto con il nostro paese: il cibo, la moda e le belle donne; o altro ancora che ti affascina in modo particolare. CJ: Amo l'Italia! Ogni cosa in Italia è straordinaria. La cucina è ottima, le persone sono meravigliose e i paesaggi bellissimi SB: C’è qualcosa che conosci e che ti piacerebbe suonare della musica italiana? CJ: No, non conosco realmente la musica italiana, ma di certo mi piacerebbe impararla e conoscerla meglio. SB: Molti parlano con te solo di musica: ma come trascorri una tua giornata tipo, dal mattino alla sera? CJ: Mi esercito alcune ore ogni giorno... Pratico la palestra e gioco a Basketball per restare in salute e in forma. Mi piace guardare lo sport in televisione e trascorrere del tempo con i miei amici più cari e la mia famiglia. Dedico anche molto tempo alla promozione della mia band e alla cura dei concerti per i tour. Amo il mio lavoro, e ad essere onesto, molto del mio tempo è focalizzato sulla musica. SB: Che peso ha il blues ai giorni nostri? Può ancora emozionare schiere di persone? Avrà un seguito musicale, una sua evoluzione e maturazione? Potrà spingersi oltre le barriere della tecnica verso qualcosa di più virtuoso come è successo al rock? CJ: Ovviamente io amo il blues, sono cresciuto amandolo e per me è molto importante. Vedo che il Blues attira ancora un vasto pubblico, anche le persone che lo ascoltano per la prima volta sono attratte dal blues. So solo che amo suonare questo tipo di musica e amo guardare come essa colpisce i fans per cui io suono.
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