Cinema in Blues – Gioie e dolori della
filmografia blues italiana
(a cura di Amedeo Zittano – ottobre 2007)
Dopo che i Fratelli “Blues”, Jack e Elwood, arrivarono nel 1980, anche in Italia
esplose la Blues Renaissence che si manifestò prevalentemente con la Blues
Brothers mania, il ché se da un lato sapeva di schifosamente commerciale,
dall’altro aprì i portoni dei clubs a chi suonava il Blues vero ma anche a
coloro che si improvvisarono a farlo sfruttando la “grande onda”. Alla domanda
dei gestori: “Che musica fate?”, bastava rispondere: “Quella dei Blues Brothers!”,
ed il portone si apriva.
Anche in Italia ci fu una sorta di avvicinamento al Blues cinematografico con un
film del 1985 girato a Napoli dal titolo “Blues Metropolitano” di Salvatore
Piscicelli che denunciava la degradazione del Capoluogo partenopeo raccontando
una storia d’amore, di tradimenti e di droga. Il linguaggio musicale era quello
di noti musicisti quali Pino Daniele (che suonava dal vivo "Yes I Know My Way"),
Tony Esposito e Tullio De Piscopo. Dopo questo evento di discreto successo,
silenzio per dieci anni… E’ il 2006 e, forse sulla scia della serie dei 7 film
del 2003/5 “The Blues” di Scorzese, viene alla luce un altro film: “Forever
Blues” di Franco Nero che per la prima volta si cimenta come regista raccontando
una storia di amicizia paterna immersa in una colonna sonora interamente
composta dal jazzista Lino Patruno che, per il film, ha ricevuto il Globo d’Oro
della Stampa Estera, il Premio Fregene Per Fellini e la Nomination al David di
Donatello per la migliore canzone originale. Ma di strepitosi successi non se ne
parla, le proiezioni sono avvenute quasi in sordina e la critica web azzarda una
sorta di parodia del Blues mal riuscita. Nessuno dei due film in verità parlava
di blues in senso stretto, piuttosto sembrerebbe che entrambi abbiano usato il
blues come veicolo per raccontare altre storie. Quello che non tutti sanno è che
esiste un’etichetta, la Kayman Records che, in questi mesi tra mille difficoltà,
sta producendo un lungometraggio con una trama interamente immersa nel Blues. La
Kayman ha già prodotto la colonna sonora di un documentario dal titolo
“Emiliana” nel 2003; evidentemente l’aspirazione a girare un film era troppo
forte per il produttore esecutivo Martin Iotti che non ha perso tempo nello
stilare il copione e cominciare le prime riprese di “Americalia”.
Le difficoltà, come abbiamo più volte denunciato nel nostro sito, sono enormi e
il problema maggiore ovviamente sono i soldi. Nessuno vuole investire nella
produzione di un film che attirerebbe solo un pubblico di nicchia nonostante tra
gli attori figurano veri bluesman italiani e una partecipazione speciale del
grande Bobby Solo, profondo conoscitore e amante della musica blues.
Per capire meglio le condizioni in cui la Kayman sta affrontando quest’avventura,
abbiamo intervistato il patron Martin Iotti.
SB: Come è nata la Kayman records ?
MI: L'etichetta Kayman records nasce nel 2000 tra Brescello e Cadelbosco Sopra,
due paesi della provincia di Reggio Emilia vicina al fiume Po (Brescello è
conosciuto per i film di Peppone e Don Camillo). Fondatori e ideatori sono
Martin Iotti (musicista,compositore) e Marco Brioni (talent scout). I due,
legati da una lunga amicizia, decidono di dare una svolta alla foltissima scena
musicale emiliana (e non solo) aprendo questa etichetta che inizialmente nasce
per produrre blues, soul, rhythm'n'blues, roots music, rock italiano. Da diversi
anni in Emilia esistono artisti di blues e rock, tanto che Ligabue nel suo libro
“Fuori e dentro il borgo” ne parla in modo entusiasta definendo queste zone
“Ameribassa” cioè la bassa emiliana del Po influenzata dalla musica americana
(il capitolo del libro si chiama “Le strade blu dell'Ameribassa” anche se
rispetto all'uscita del libro alcune cose sono cambiate, ad esempio alcuni
personaggi sono oggi musicisti di professione). Molti artisti di questa zona,
oltre ad essere ottimi musicisti, sono anche personaggi che hanno un fascino
particolare come Oracle King, Johnny Larosa, Max Lugli, Martin Angel Face, Oscar
Abelli, Paul Boss, ecc... difatti la Kayman Records in Emilia è diventata una
sorta di etichetta “cult” che va aldilà della semplice produzione musicale. Il
nome Kayman deriva dal soprannome che hanno Martin Iotti e Marco Brioni definiti
dagli amici “i caimani del Po”.
SB: quali sono i vostri obiettivi ?
MI: Gli obiettivi della Kayman sono produrre artisti che riflettano non solo
musica di qualità ma anche un certo tipo di mentalità; il nostro percorso non è
legato solo al discorso musicale (molti ci scrivono o mandano i loro Cd con la
pretesa, siccome fanno blues, di essere prodotti) ma anche ad un certo approccio
della musica vista a 360°, la “dimension” cioè lo stile, l'approccio, lo
spettacolo, la comunicabilità, lasciare il segno di ciò che fai. Ho più volte
criticato alcune situazioni perché mi sono accorto che negli ultimi anni molti
musicisti si nascondono dietro al nome “blues” pretendendo, come dicevo sopra,
di essere prodotti, di fare concerti, di guadagnare, e non hanno un minimo di
conoscenza dello spettacolo o delle forme che ne concernono.
Il nostro lavoro è cominciato 20 anni fa, anche se la Kayman è nata da poco,
abbiamo girato molte parti del mondo e dobbiamo ancora fare e imparare, perciò
approfitto di questa intervista per dire ai giovani musicisti di lavorare e
prepararsi meglio e di non pretendere niente, trovare la soddisfazione nel
crescere e fare bene le cose, poi, se ci saranno dei risultati, saranno il
frutto del lavoro seminato. Abbiamo, tra l'altro, allargato le nostre produzioni
al campo cinematografico e video per continuare a divulgare tutto quello che
troviamo valido dal punto di vista artistico e comunicativo e per sostenere,
soprattutto, quegli artisti che hanno ottime idee e che non trovano sbocco nelle
major che da diverso tempo snobbano un certo tipo di cultura.
SB: Come nasce l'idea del film-documentario “Emiliana”?
MI: Il fotografo Paolo Lasagni (Piero Pelù, Ligabue) e il musicista Ferdinando
Anceschi, nel 2002 decidono di raccontare cinematograficamente parte di quella
che viene definita “scena emiliana” del blues, prendendo come spunto alcuni
personaggi della zona vicina al Po: Oracle King, Max Lugli, Armand Panizzi,
Johnny Larosa, Oscar Abelli, Martin Angel Face. Ne nasce un film-documentario
dal titolo “Emiliana” (produzione Freena on Film - durata 50', formato digitale)
che ottiene subito grande consenso di pubblico; le musiche sono prodotte dalla
Kayman Records. Nel film si racconta la vita e le avventure di questi personaggi
che conducono l’esistenza all'insegna della loro fede nella musica, con momenti
di gioia e problematiche varie annesse. Il Po, per un attimo, si trasforma in
fiume del mondo dove le analogie con il Mississippi sembrano cogliersi da un
momento all'altro. Il film, successivamente alla prima uscita proiettata nei
cinema Novecento di Cavriago (RE) e Rosebud (RE), comincia a girare nelle altre
città della regione: Modena, Bologna, Mantova, Parma, e viene visto dal regista
Giuseppe Bertolucci il quale lo premia come miglior film al Brescello Film
Festival e lo propone per il Torino Film Festival nel quale ottiene il 10° posto
tra i migliori documentari italiani. Nel 2003 la Mikado si interessa a
“Emiliana” come film da trasmettere nelle sale come apertura ai film sul blues
di Martin Scorsese, ma viene preferito il documentario di Nanni Moretti (la cosa
difatti fu gestita male da Daniele Manni del sito BluesandBlues che doveva fare
da tramite tra la Kayman e Mikado). Nel 2004 partecipa a diversi festival di
cinema indipendente in Germania. Nel 2006 varca i confini e viene proiettato
agli alunni di una scuola negli Stati Uniti. All'inizio del 2007 la Kayman
Records propone alla Freena On Film di acquistare i diritti del film per poi
divulgarlo in DVD ma la Freena On Film rifiuta perchè non accetta alcuni punti
del contratto.
Ora il film è fermo !
SB: Che ci dici di “Americalia”?
MI: Inizialmente si era pensato di produrre un film che fosse il seguito
naturale di “Emiliana” ma poi ci siamo accorti che stava nascendo una storia
vera e volevamo raccontare qualcosa che in “Emiliana” non si era visto: cioè la
poesia, l'orizzonte, l'anima vista in modo più profondo. Un film che non era più
legato solamente alla descrizione della scena musicale emiliana ma che allargava
gli orizzonti raccontando temi che toccavano in modo diverso l'universo della
musica. Il film “Americalia” scritto e diretto da Martin Iotti, è tuttora in
lavorazione ed ha vissuto momenti di interruzione per vari problemi legati ai
finanziamenti. Naturalmente non raccontiamo la trama, ma sarà una sorta di
viaggio molto interessante.
Con il più sincero auspicio che questo film possa uscire al più presto nelle
sale cinematografiche e con tutta la collaborazione che Spaghetti & Blues può
offrire, auguriamo a Martin e a tutto lo staff della Kayman Rrecords un buon
lavoro!
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