Guido Migliaro (a cura di Angelo Agrippa)
Guido Migliaro (chitarre, armonica, voce) è stato il chitarrista storico dei
“Blue Stuff”. Ha collaborato con Edoardo Bennato in tour e albums,
oltre che nell’esperienza “Joe Sarnataro”.
GM: Probabilmente il primo
contagio con il tempo terzinato è avvenuto ascoltando il Boogie-Woogie delle
Swing-Orchestra americane (Benny Goodman, Tommy Dorsey ecc.), grazie ai dischi e
ai gusti di mio padre che nel dopoguerra, allegro e "liberato" diciottenne, era
rimasto fulminato, come tanti della sua generazione, da quel sound. GM: Non c'è stato un momento
particolare e nessuna idea di "carriera". Semplicemente da ragazzo cominci a
suonare la chitarra sui dischi (consumandoli!!) e negli scantinati. Poi incontri
le persone giuste, entri a far parte di una Band, fai i primi concerti e alla
fine ti ritrovi a non poter più fare a meno di suonare. GM: No, a questa proprio non ti
so rispondere. Forse l'ultimo che ho sentito ieri sera (e non ti dico quale
era). Magari la prossima volta faccio una lista dei miei 100 CD (LP) preferiti. GM: Un genio, come Mozart,
Charlie Parker, Miles Davis, Bob Dylan … Maradona… Un genio non necessariamente
inventa, piuttosto assorbe e vive a fondo i primi cambiamenti di stile,
codificandoli e proiettandoli in maniera rivoluzionaria verso il futuro. Hendrix,
col suo talento, ha cambiato di molto il modo di pensare ed immaginare il suono
e l'uso della chitarra elettrica nel Rock Blues. GM: Montreaux (CH) Jazz Blues
Festival 1994, Blue Stuff & Joe Sarnataro. Verso la fine della nostra esibizione
sento un boato del pubblico (penso: Cacchio, stiamo andando alla grande!!!) poi
mi volto e alla mia destra vedo Albert Collins che, sornione, si trascina un
Fender Amp con a tracolla la sua fedele Telecaster. Avevamo già condiviso nei
camerini una mezza bottiglia di Johnnie Walker e una mezz'ora di jam con le
chitarre elettriche unplugged (plink - plink), ora lui aveva voglia di
condividere con noi il palco, in maniera del tutto spontanea e non programmata.
Troppo Bello!!! GM: Un bel concerto è bello
all'estero come in provincia di Avellino (senza offesa per gli avellinesi). GM: Rall'! Vedo che insisti!
Non è una questione di "estero" ma di contesto. GM: Un brano nasce il più delle
volte in testa, in maniera un po' astratta. Puoi pensare a suoni di oboe, di
arpa o violoncello. Alla fine però fai sempre i conti con la Band che hai a
disposizione. Penso quindi che in generale sia più saggio partire da un'idea da
sviluppare poi in gruppo, con l'apporto della sensibilità e del "suono" naturale
di tutti i musicisti della Band. GM: Gli anni '70 erano gli anni
delle prime radio libere, dei primi concerti gratuiti, di grandi raduni ed
eventi musicali organizzati o spontanei. C'era insomma una grande circolazione
di idee, di musica e quindi anche di Blues e di Blues italiano: Treves,
Toffoletti, Ciotti, ho ancora i loro primi dischi. Oggi la situazione è più
complessa. Non mancano certo i segnali positivi. Conosco giovani musicisti
appassionati e di talento già inseriti in Band di tutto rispetto. E giovanissimi
che scelgono di frequentare Scuole di Musica e Laboratori di Blues (che,
peraltro, negli anni '70 non esistevano) come quello da me tenuto alla scuola
dell'Otto Jazz di Napoli. Questi ragazzi, alcuni dei quali continuano poi a fare
musica (non necessariamente Blues in forma canonica), dimostrano grande rispetto
ed interesse per le regole essenziali della "nostra" musica. GM: Cambiare il Blues? No, il
Blues non si cambia, casomai si evolve. GM: Vorrei mettere in piedi una
Big Band con sezione di fiati, mi piacerebbe realizzare un nuovo disco con brani
originali, comporre le musiche di un film o semplicemente rafforzare il mio
impegno con i Juke Joint… o forse smetterò di suonare in pubblico per dedicarmi
alla mia famiglia e alle altre mie cose. Chissà? GM: Il Blues è una specie di
virus, dispettoso e mattacchione, che ti si attacca addosso e non sai bene né
come, né esattamente quando. Provi a curarti ascoltando un po' tutta la musica
(non quella "di plastica" ovviamente) o componendo e suonando brani di altri
generi, ma al momento opportuno, al risultato delle analisi ti ritrovi
inevitabilmente "portatore sano di Bluesite".
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