Gennaro Porcelli
(a cura di Angelo Agrippa)
Venticinque
anni e solo tre di questi trascorsi senza una chitarra a tracolla. Divertimento,
esperienza, soddisfazione e passione. La stessa che anima ancora oggi Gennaro
Porcelli, un quarto di secolo di vita a servizio della musica e dell’esercizio.
Completamente autodidatta, il chitarrista nato il dieci giugno del 1981 ha alle
spalle un curriculum impressionante e davanti a sé un avvenire sempre più
fulgido. Con la sua adorata Gibson Les Paul ha dato il meglio di sé esprimendo
ogni volta una tecnica limpida e scevra da anche minime sbavature: stessa
competenza nello slide, stesso entusiasmo con l’armonica. Ha iniziato a suonare
da piccolo procedendo poi a riscuotere successi da giovanissimo: la sua prima,
vera esperienza è stata quella con il “Blue Strio” con Mino Berlano. Poi con i
“Rewind” sono cominciati a fioccare gli ingaggi per le serate su tutto il
territorio regionale fino a quando il ragazzino magrissimo che dietro la
Telecaster sembrava scomparire è stato invece introdotto nel circuito blues
partenopeo. Con Enzo Caponetto invece ha partecipato a molte feste del 4 luglio,
la più celebre delle ricorrenze made in Usa, date presso le basi Nato di Gaeta (Lt)
e Pozzuoli (Na) e ritrasmesse sui canali della Cnn. A soli venti anni Mario
Insenga dei Blue Stuff lo chiama a far parte del suo gruppo, la formazione a cui
Gennaro ha dato tutto, girando l’Italia per i vari festival e per gli
innumerevoli concerti che la band (originariamente al seguito di Joe Sarnataro,
alias Edoardo Bennato) ha tenuto praticamente in ogni angolo dello Stivale.
Profondo conoscitore e amante di tutto l’universo blues, durante i quattro anni
con i Blue Stuff ha collezionato numerose ed eccellenti collaborazioni: non
poche le esibizioni via
etere
tra le quali spicca la partecipazione in due serate al programma televisivo di
Renzo Arbore “Speciale per me”, in onda nell’inverno del 2005 su Rai Uno in
terza serata. Nasce poi l’amicizia con una pietra miliare del Blues, Louisiana
Red che esige, durante i suoi concerti in Italia, la presenza di Gennaro al suo
fianco sul palco. Per cinque anni di seguito infatti Gennaro e Lousiana hanno
festeggiato insieme il capodanno sul palco del Big Mama a Roma. Altro grande
amico è Nathaniel Peterson con il quale continua a collaborare in svariate
occasioni. Ha suonato poi con Kenny Neal, Herbie Goins, Henry Heggenn, Abi
Wallenstein, Carvin Jones, Ronnie Jones. Con alcuni di loro si è esibito in
coinvolgenti jam session oltre confine, portando il suo caratteristico e
passionale sound ad Amburgo. Impossibile dimenticare l’esperienza con gli Hot
Tuna di Jorma Kaukonen o con Eric Sardinas o con artisti nostrani del calibro di
Tony Esposito, Piero Pelù, Roberto Ciotti, Lello Panico, Rudy Rotta, Ernesto
Vitolo, Antonio Onorato e con il grande appassionato di Blues Beppe Grillo, e
con la coppia Bennato-Britti Il cantautore napoletano ha voluto a tutti i costi
l’accompagnamento della chitarra di Gennaro Porcelli anche per il tour estivo
che ha toccato le grandi città Italiane ed Europee. Nel contempo è alle prese
con un importante progetto musicale dal nome “HIGHWAY 61” con il bassista Mino
Berlano e il batterista Pino Liberti e nel 2006/2007 registrerà un cd con brani
originali.
Intervista
SB: cos’è per te la passione per la musica?
GP: è la risposta alle domande della mia vita, e quindi non posso assolutamente
farne a meno ….
SB: “È il Blues a scegliere il musicista e non
viceversa”, a fronte di quest’idea popolare, quando e come il Blues ti ha
scelto?
GP: avevo circa 12 anni ed ascoltavo i dischi di Edoardo Bennato dei miei zii
materni e mi accorgevo che alcuni riffs di chitarra mi entravano dentro dandomi
delle emozioni mai provate prima, poi con il tempo inizia a scoprire il Rock&Roll
e la passione per quella musica cresceva di giorno in giorno fino a quando mi
capitò fra le mani un cd di John Lee Hooker e da quel momento il Blues mi ha
cambiato la vita…. Non so se in meglio o in peggio, ma di fatto me l’ha
cambiata.
SB: secondo te, cosa significa suonare blues ed essere un bianco italiano?
GP: credo che suonare il Blues c’è bisogno solo di un grande cuore e tanto
feeling, ed i puristi del genere che credono che il Blues debba essere suonato
solo da neri d’America mi fanno ridere…. Suonare il Blues in Italia non è per
nulla facile perché devi combattere contro una sottocultura spesso provocata dai
media, ma ti assicuro che ci sono molti appassionati di blues ed è il loro
calore, durante i concerti, che mi dà la forza di andare avanti, cercando di
diffondere il ‘verbo’ specialmente tra i ragazzi come me.
SB: quali furono gli ascolti che ti hanno spinto a questa scelta? Quali sono i
grandi chitarristi del passato cui ti sei ispirato e quali sono i chitarristi
che oggi vedi come i più influenti per la tua musica?
GP: come di dicevo , prima J.Lee Hooker, ma poi sono tornato indietro a
LeadBelly, Charlye Patton, Tommy Johnson, Robert Johnson, Blind Blake. Per
quanto riguarda il blues post-bellico non posso non citare Earl Hooker, Muddy
Waters, T-Bone Walker, Elmore James, Johnny Winter, i tre King, S.R. Vaughan ….
SB: Cosa porti dentro di te dei vecchi bluesmen neri ogni volta che sali sul
palco?
GP: il rispetto, la verità e l’umiltà
SB: Passando ad argomenti chitarristicamente più tecnici, quali chitarre e che
strumentazione usi ?
GP: le chitarre che uso di solito sono: Gibson LesPaul, Fired Red, Les Paul
studio con P-90 pickups , Gibson Firebird V celebrità model, Fender Telecaster,
Gretch White Falcon ed una Norman acustica. In tour suono con ampli Fender Twin
65
SB: quali emozioni e cosa hai pensato quando sei stato contattato da Bennato per
far parte della blues band Bennato&Britti ? e cosa ha segnato in te l’esperienza
del tour ?
GP: Edoardo e Alex sono miei amici da diverso tempo, sono persone ‘vere’ e ci
unisce la passione per il Blues e …. le donne .
Quando mi hanno chiesto di andare in tour con loro non potevo che essere felice,
perché ero sicuro che mi sarei trovato bene e che ci saremmo divertiti tanto; e
…..così è stato.
SB: Qual è l’esperienza che ricordi più volentieri?
GP: sicuramente il 1° maggio a Piazza San Giovanni a Roma dove il colpo d’occhio
dal palco fu quasi da infarto
SB: Cosa ne pensi del fatto che alcuni generi musicali come il blues o il jazz
abbiano spesso avuto bisogno di grandi eventi cinematografici per far breccia
presso un pubblico più ampio? Penso ai Blues Brothers, a Bird...,
GP: non posso dire altro che grazie ai registi
SB: l’uso di Internet può cambiare in qualche modo il mondo del Blues ?
GP: penso che il mondo del blues possa essere solo arricchito
SB: quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro ?
GP: ad ottobre 2006 è partito dal Big Mama di Roma il mio nuovo progetto:
Gennaro Porcelli and Highway61 che propone un viaggio musicale attraverso
l’autostrada americana abbracciando i vari stili che si incontrano lungo il
percorso, insieme a Mino Berlano (basso) e Pino Liberti (batteria). Riproponiamo
, riarrangiati, brani di Bob Dylan, Johnny Winter, Albert King, JJ Cale.
Il 30 gennaio invece, partiremo in tour europeo con Bobby Dixon (figlio del
grande Willie) e posso solo dirvi di non mancare.
statvè ‘bbuon.
info: www.gennaroporcelli.com
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