Italian Blues Records
Premesso che brani blues sono sempre stati presenti nelle discografie di artisti
italiani di musica leggera sin dagli anni 60 (vedi Mina, Battisti, …), la
storia della produzione discografica blues italiana specializzata nacque nel
1975 quando la Red Records di Milano produsse il primo disco blues italiano dal
titolo “Treves Blues Band”. Fino agli 80 gli artisti italiani che realizzarono
contratti con case discografiche furono tre: Treves, Toffoletti (in Inghilterra
dalla Sonobeat - 1978 - Straight Ahead - e nel 1979 dalla Red Records - Midnight
guitar talks...) e Ciotti (Cramps – 1978 - Super Gasoline Blues). Credo che,
anche per questo motivo, sono considerati a tutt’oggi i tre padri dello
Spaghetti Blues. Le case discografiche che producevano blues erano: Red Records,
Cramps, RCA e Young Record.
Per tutti gli anni 80, grazie anche all’ultimo Blues Revue, vennero prodotti diversi artisti tra i quali ricordiamo: Tolo Marton, Rudi Rotta, Paolo Ganz, la Model T-Boogie di Dario Lombardo, ma anche Flower's Blues Band, Iatitaia Blues Band, ed altri ancora che ebbero l’opportunità di diffondere il proprio verbo con le neonate case discografiche: VTM, Buscemi Records, Jamboree, Appaloosa, CGD, Time Music RCA, BMG e Splash. L’opportunità di fare un disco però non sempre era legata alle case discografiche, infatti è in questi anni ruggenti che si attesta in Italia un altro sistema per stampare i propri dischi, l’Autoproduzione. In buona sostanza si tratta di un autofinanziamento totale del prodotto che si appoggia a case distributrici solo per la vendita. Il primo fu Toffoletti che nel 1976 autoprodusse Born in London (primo suo disco, rarissimo in quanto distribuito in limitato numero di copie solo presso amici e nei concerti). Fino agli anni 80 nessuno si era autoprodotto a causa dei costi troppo elevati delle stampe. Grazie all’abbassamento dei costi dovuto alle nuove tecnologie, gli artisti furono incentivati sempre di più ad intraprendere tale strada fino a stravolgere totalmente la tendenza precedente, facendo si che negli anni 90 l’autoproduzione divenisse la “regola”. Questo fenomeno portò alla nascita di etichette virtuali “inventate” dagli stessi musicisti per regolarizzare le registrazioni alla SIAE così anche gli artisti più affermati ebbero la loro personale etichetta. Altri fenomeni che hanno caratterizzato questi anni sono le distribuzioni nelle edicole tramite blister da parte di testate quali Il Manifesto, Panorama, La Repubblica ed in generale i quotidiani più venduti: è la nascita delle etichette indipendenti. Abbiamo rivolto delle domande ad alcuni personaggi che ci aiuteranno a comprendere meglio il percorso storico e l’attuale situazione della discografia blues italiana.
Fabio Treves -
musicista blues e fotografo. Martin Jotti - Kayman Records S&B: Quali sono, secondo te, le maggiori difficoltà da parte delle case discografiche nel produrre Blues italiano? MJ: Per quanto riguarda la prima domanda potrei riportare le parole di Stefano
Senardi, ex produttore della Polygram, che una volta, parlando con lui, proprio
di questo argomento mi rispose:" ....è difficile proporre il blues in Italia
perchè molti artisti cantando in inglese non si fanno capire al grande pubblico,
la grande massa ha bisogno di canzoni da sbandierare e cantare, i testi sono
seguiti molto di più di quello che si pensa, questo le major lo sanno, negli
anni 60 i cantanti che venivano in Italia , americani o inglesi, traducevano i
loro testi e li cantavano in italiano, oggi questo non succede... poi se un
qualche artista di casa nostra propone blues cantanto in italiano a questo punto
si verifica una cosa molto semplice: è la canzone che vince, se al pubblico
piace sicuramente arriva un interesse delle major, vedi alcune canzoni soul di
Neffa, o l'album 'Non solo blues' di Fausto Leali, il caso di Bugo, rock-blues
ironico e demenziale, ecc...". S&B: cosa consiglieresti ai musicisti che vogliono produrre un disco blues in Italia? MJ: Produrre un album Cd
significa portare a compimento una maturazione raggiunta e un voler esprimere o
dire qualcosa a livello emotivo e musicale, comunicare e suonare sono
importanti, direi vitali. Lillo Rogati - produttore, impresario e bassista della band “Aida Cooper & the Nite Life” S&B: Ci parli delle tue
esperienze con le etichette italiane nella duplice veste di musicista e
produttore? Chi Siamo |
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